Dopo aver scoperto Cosa vuol dire fare trekking possiamo passare ai dettagli sull’attrezzatura necessaria. In Italia facciamo tante parole, montiamo tanti video, facciamo tante recensioni di prodotti, ma sappiamo davvero quali sono le cose essenziali da avere? C’è un metodo oltre a Santa Esperienza e a San Buonsenso che ci dica “scientificamente” cosa serve per ogni evenienza? La risposta è sì, e per avere un metodo di apprendimento ci vengono in aiuto gli americani dediti alla sopravvivenza. Siamo negli anni ’70 e sul Mountaineering: The Freedom of the Hills compaiono per la prima volta quelli che ancora oggi chiamiamo Ten Essentials, cioè le dieci cose essenziali nell’attrezzatura per escursionismo e alpinismo per viaggiare in sicurezza in natura. Ovviamente con l’esperienza che acquisirete sul campo potrete aggiustare il tiro rendendoli più personalizzati possibile, ma per cominciare sono da imparare come il rosario perché in loro sono racchiuse le dieci sfighe che ti possono capitare facendo trekking.
Ma quali sono queste 10 cose? Scorriamo insieme l'elenco:
- Navigazione (Navigation) – cartina, altimetro, bussola, dispositivo GPS, localizzatore personale e riserva di carica. Ricordate: averli è inutile se non si sanno usare!
- Luce (Illumination) – torcia frontale con lampadina LED e batterie di ricambio
- Sole (Sun) – occhiali da sole, indumenti protettivi (maglia o camicia a manica lunga, pantaloni lunghi, cappello/bandana) e crema solare.
- Pronto soccorso (First-Aid kit) – un kit di pronto soccorso (esistono in commercio già pronti all’uso) in una confezione impermeabile e coperta termica tascabile. In linea di massima un buon kit di primo soccorso dovrebbe contenere: medicine personali e piano terapeutico se ne avete uno, medicine di prima necessità (antidolorifico, antipiretico, disinfettante, fermenti lattici, antibiotico ad ampio spettro, antistaminico, crema idratante e lacrime artificiali).
- Riparazioni (Fix it) – kit di riparazione con almeno coltello, fascette da elettricista, nastro americano, stringhe o laccetti, spille ed eventualmente ago e filo. Tenete sempre anche dei sacchetti della spazzatura, possono avere mille usi.
- Fuoco (Fire) – kit di sopravvivenza con almeno un accendino e delle esche per accendere un fuoco in caso di emergenza, all’occorrenza sega a filo tascabile.
- Riparo (Shelter) – nella lista originale è riferito principalmente al telo tattico per isolare dal terreno o costruire un riparo in caso di emergenza. Io aggiungo anche il consueto e più frequente riparo dalla pioggia: K-way/poncho con cappuccio, coprizaino, copripantaloni.
- Cibo (Extra Food) – almeno qualche barretta in più di quello che mangiate di solito in un’escursione.
- Acqua (Extra Water): almeno 0.75 ml in più di quello che bevete di solito in un’escursione ed eventualmente uno strumento per purificare l'acqua.
- Indumenti (Insolation): indumenti aggiuntivi per affrontare freddo o pioggia non previsti. Scalda collo, cuffia e guanti leggeri sono utilissimi anche in estate, specialmente in montagna. Non dimenticate mai un paio di calze di ricambio, in sacchetto impermeabile ovviamente.
Nel rispondere alle emergenze, le prime cinque voci fanno parte della prevenzione, le altre cinque per trascorrere in sicurezza una notti all'aperto magari in attesa dei soccorsi. E ricorda: pesano meno di quanto pensi e, anche se sembrano inutili per mille volte, la volta che ti serviranno potranno fare la differenza.
Ora che avete scoperto cosa non può mai mancare nel vostro zaino, avrete già capito perché lo zainetto da 1l del Decathlon (o peggio ancora la sacca) non sono lo strumento adatto per affrontare un’escursione.
Ma vediamo quali sono i 3+1 elementi fondamentali da indossare per un trekking:
1. Scarponi da trekking: devono essere impermeabili, possibilmente con membrana in Gore-tex® e rigorosamente con suola Vibram® o similare.
2. Zaino di almeno 20l di capienza per un trekking giornaliero
3. Capi tecnici e traspiranti: che permettono di stare al caldo quando serve, permettendo allo stesso tempo al sudore di fuoriuscire dal capo di abbigliamento evitando il fastidiosissimo effetto “bucato a mano” (cioè quando i vestiti si inzuppano di sudore e non asciugano). In più asciugano in fretta e sono resistenti.
4. Bastoncini da trekking: non sono indispensabili ma possono essere utili, specialmente in discesa o con zaino pesante. Meglio se leggeri e pieghevoli.
Concludiamo con un mini-momentoFAQ.
Perché non vanno bene le scarpe da trekking o da trail?
Le scarpe basse in generale – quelle che non coprono il malleolo per intenderci – non sono progettate per fare trekking (anche se le chiamano così) lungo sentieri dissestati o impegnativi, ma sono pensate per l’avvicinamento, lo sterrato prevalentemente in pianura o collina, l’asfalto o i cammini che non prevedano itinerari con grandi dislivelli o terreni impervi. Sui sentieri dal tipo Escursionistico in su è necessario lo scarpone da trekking, perché protegge il malleolo da colpi e distorsioni, dal morso di animali, dà una maggiore stabilità a caviglia e ginocchio, ammortizza in peso su anche e schiena, evita una serie di rugne tra cui talloniti, tendiniti, e compagnia cantante e, anche se può sembrare banale, evita che si inzuppino i piedi se piove o c’è fango. Le scarpe da trail non le commento neanche ... vi ricordo solo che se si chiamano ‘da trail’ e non ‘da trekking’ un motivo ci sarà e, se non lo avete mai fatto, vi invito a guardare la muscolatura e la tipologia di passo e di carico di un trail runner.
Perché non va bene lo zainetto dell’Eastpack o similari?
È semplice. Uno: non può contenere tutto il necessario per un’escursione. Due: non è impermeabile, non è resistente, non è salutare per la vostra schiena.
Perché capi tecnici?
Oltre che per le motivazioni già elencate, posso aggiungere: per una questione di salute, di ingombro e di comodità durante il movimento. Siamo tutti d’accordo che un abbigliamento “da battaglia” come si dice da noi – cioè vestiti brutti, più o meno comodi, che tendenzialmente usiamo solo per fare i lavori in giardino o similari – sono meno costosi, soprattutto se non si è neanche sicuri che il trekking faccia per noi; ma tra la sciaguratezza vestiaria e il monturista – colui che veste di marca da capo a piedi convinto che un marchio lo renda alpinista – c’è una vasta gamma di scelte anche low-budget.
E se vi sembra una cazzata, guardate questo video del Soccorso Alpino e riflettere.
Ultima cosa, importante tanto quanto l’attrezzatura, 5 buone pratiche da ripassare di tanto in tanto:
- lascia detto dove vai e per che ora pensi di tornare + tieni nel portafogli un numero da chiamare in caso di emergenza (ICE) e, se ne hai, le tue necessità mediche.
- ricorda che l’attrezzatura non ti rende invincibile, e quella che consideri “inutile” in caso di emergenza può salvarti la vita.
- ricorda che non basta avere l’attrezzatura, bisogna anche saperla usare.
- anche le previsioni meteo possono sbagliare e il freddo fa scaricare le batterie molto più velocemente.
- l’attrezzatura più importante è il CSC – Cervello Sempre Collegato
Adesso che hai completato anche questo capitolo, puoi passare a quello successivo: Dislivello e Difficoltà. Ma prima, SCARICA LA CHECKLIST DELL'ATTREZZATURA PER IL TREKKING.
Autore: Giorgia Ricotti
Foto e testo © Wild Trek – Avventure in cammino