
Lascia solo impronte: i 7 principi del Leave No Trace
Fino a qualche anno fa non sarebbe stato necessario scrivere una serie di articoli sull'escursionismo consapevole, oggi sembra un tempo lontanissimo e quello che sto per scrivere risuona nella mente al pari di miti e leggende di un'epoca perduta. Non nego che è abbastanza triste vedere la montagna e la natura in genere popolata da una moltitudine di scimmie urlatrici che scorrazzano su e giù senza collegare materia grigia e pollice opponibile. Noi siamo fortunati, perchè le persone che camminano con noi conoscono bene il buon senso e l'educazione ambientale, ma è quanto mai importante condividere e conoscere. Mi è stato insegnato che la miglior forma di apprendimento è l'esempio e quindi, per me, questo piccolo manuale del principiante ha la funzione di far (almeno) riflettere principiante e non.
Perché imparare a passare inosservati
Camminare in montagna non significa solo raggiungere una vetta o completare un percorso: è anche un incontro con la natura, un dialogo silenzioso con l’ambiente che ci accoglie. Ogni nostro passo ha un impatto e imparare a ridurlo è parte integrante dell’escursionismo consapevole.
Esiste un’attività umana che non lasci alcuna traccia in natura?
La risposta è no. E questo impatta sia sull’ambiente che sui suoi abitanti.
Il principio del “Leave No Trace” – non lasciare traccia – nasce proprio da questa idea: muoversi nella natura con rispetto, lasciandola così come l’abbiamo trovata.
I suoi sette principi fondamentali sono una guida pratica per chiunque ami camminare all’aperto.
Ogni presenza umana genera un impatto: lasciamo impronte, suoni, odori, vibrazioni.
Per gli animali selvatici tutto ciò equivale a un segnale di pericolo. Anche una breve apparizione o un rumore possono interrompere l’alimentazione, spingerli a fuggire o ad abbandonare i piccoli. Molti animali, disturbati di continuo, modificano le proprie abitudini: specie diurne diventano notturne, altre si spostano in aree meno accessibili o più povere di risorse.
Essere consapevoli di questo significa comprendere che il rispetto inizia dal nostro comportamento.
1. Pianifica con attenzione
Ogni escursione responsabile comincia a casa.
Informati sulle condizioni del percorso, porta l’attrezzatura giusta, scegli mete adeguate al tuo livello. Una buona pianificazione evita imprevisti, riduce l’impatto ambientale e garantisce sicurezza per te e per gli altri. Pianificare significa prevenire errori, evitare sentieri chiusi, sapere dove campeggiare e come gestire rifiuti e bisogni naturali.
Informati anche su questi aspetti: eventuali regole dell’area che attraverserai, stagioni di riproduzione della fauna, periodi di maggior sensibilità per l'ambiente e le aree interdette. Una buona pianificazione permette anche di scegliere orari e percorsi meno affollati, riducendo il disturbo alla fauna e migliorando l’esperienza di immersione nella natura.
2. Cammina e accampati in luoghi adatti
Segui sempre i sentieri ufficiali e, se prevedi un pernottamento, scegli aree già utilizzate o strutture designate (bivacchi, rifugi, aree campeggio). Evitare di calpestare vegetazione o creare nuovi passaggi, aiuta l’ambiente a rigenerarsi. Cammina su sentieri segnati e superfici resistenti come rocce o ghiaia, evita di allargare il tracciato o creare nuove scorciatoie.
Esistono terreni fragili – come prati alpini, torbiere, rive e zone umide – perché sono habitat preziosi e facilmente danneggiabili. Anche il bivacco o il campeggio vanno fatti non solo su suolo adeguato, ma anche lontani da corsi d’acqua, zone di nidificazione, tane o giacigli.
Lascia le tue impronte solo sui sentieri: per gli animali, sapere dove passiamo li aiuta a sentirsi più sicuri altrove.
3. Gestisci correttamente i rifiuti
Semplice ma essenziale: porta via tutto ciò che hai portato con te. Una buona regola è quella del “pack it in, pack it out”: ciò che è entrato nello zaino deve anche uscirne. Sembra ovvio, ma è il principio più spesso disatteso. Ogni residuo umano – anche biodegradabile – altera gli ecosistemi.
Smaltisci correttamente le deiezioni, portando con te un piccolo sacchetto o scavando una buca lontano da corsi d’acqua. Non lasciare mozziconi, bucce o resti di cibo: possono attirare animali e cambiare il loro comportamento.
Il vero escursionista non lascia nulla dietro di sé, se non l’aria più pulita e il silenzio del proprio passaggio.
4. Rispetta ciò che trovi
Non raccogliere piante, fiori, pietre o reperti. Lascia che altri possano ammirarli come li hai trovati tu. Le bellezze naturali e culturali del territorio appartengono a tutti e il rispetto è la miglior forma di conservazione. Ogni sasso, piuma o fiore fa parte di un equilibrio. Portare via un ricordo è togliere qualcosa all’ambiente e a chi verrà dopo di noi.
Evita di incidere tronchi o rocce. Anche i segni minimi contribuiscono a trasformare i luoghi selvatici in scenografie umane.
La natura non ha bisogno del nostro tocco. Il modo migliore per conservarla è lasciarla com’è.
5. Riduci l’impatto dei fuochi
Un fuoco da campo o un "semplice" falò sono indubbiamente affascinanti, ma anche dannosi (e pericolosi) se fatti nei luoghi sbagliati o in condizioni di siccità. Usa fornelli da campeggio o i punti fuoco già predisposti e lascia il terreno come lo hai trovato.
Ricorda: anche una piccola brace può diventare un grande incendio e, talvolta, l'incendio può “comparire” a diversi metri di distanza dal tuo fuoco a terra se lo hai acceso sopra le radici di grandi alberi.
Il fuoco è uno dei simboli più antichi del bivacco, ma anche una delle principali cause di degrado.
Nelle aree protette e nei parchi è spesso vietato accendere fuochi liberi. Se sei in un’area dove è consentito, accendi solo in punti già usati, con legna secca raccolta da terra e mai da alberi vivi.
Il calore del fuoco è meraviglioso, ma quello del rispetto per la natura lo è di più.
6. Rispetta la fauna selvatica
È forse il principio più importante e anche il più difficile da rispettare.
Gli animali ci percepiscono molto prima che noi li vediamo: il nostro odore, la voce, il rumore dei passi o dei bastoncini sono segnali d’allarme. Ogni nostro gesto può modificare il loro comportamento naturale o creare dipendenze o conflitti.
Il miglior incontro è quello silenzioso, fugace e rispettoso. Osserva da lontano, usa binocoli o teleobiettivi, non inseguire né richiamare la fauna. Evita di dare da mangiare agli animali: il cibo umano può essere tossico e li rende dipendenti o aggressivi. Evita assolutamente ogni tipo di richiamo, ogni volta che lanci un segnale acustico disorienti la fauna locale: sia perchè non sai cosa stai dicendo loro in quella comunicazione, sia perchè gli stai dicendo (indipendentemente dal messaggio) che c'è un nuovo arrivato/a nel loro territorio. Inutile dire che può diventare pericoloso anche per la tua sicurezza, specie nella stagione degli amori.
I cani vanno sempre tenuti al guinzaglio, anche se docili: la loro sola presenza può generare stress e fuga negli animali selvatici.
Ricorda: ogni volta che un animale si alza, smette di nutrirsi o cambia comportamento, abbiamo lasciato una traccia.
7. Rispetta gli altri
La natura è di tutti. Mantieni un tono di voce basso, lascia passare chi sale, non diffondere musica o rumori invadenti. Un sorriso o un saluto sul sentiero sono parte del cammino consapevole.
Il rispetto per la natura passa anche dal rispetto reciproco.
Cammina con un tono di voce basso, lascia il passo a chi sale, saluta chi incontri. Evita musica, droni, urla o comportamenti invadenti: il silenzio è parte integrante dell’esperienza che stai vivendo.
Un ambiente tranquillo è un dono per tutti, esseri umani e non.
Oltre i 7 principi: il valore del rispetto
L’invito è a fare un passo ulteriore: riconoscere la nostra percettibilità, ovvero la possibilità di essere percepito, avvertito o riconosciuto attraverso i sensi o l'intuito.
Camminare senza lasciare tracce non significa solo non sporcare. Significa diventare parte del paesaggio, muoversi con gentilezza, osservare senza possedere, proteggere attraverso la conoscenza.
Come dice Jane Goodall: “Non puoi trascorrere un solo giorno senza avere un impatto sul mondo che ti circonda. Quello che fai fa la differenza; devi decidere che tipo di differenza vuoi fare.”
L’escursionismo consapevole è una forma di educazione ambientale.
La protezione della natura inizia da noi e dal modo in cui scegliamo di camminare.
Questo capitolo 0 inaugura il Manuale del Principiante - come diventare un escursionista consapevole: un piccolo viaggio tra consigli, etica e buon senso, per camminare nella natura con rispetto e leggerezza. Ora che hai scoperto il valore del rispetto, puoi iniziare con il primo capitolo: Cosa vuol dire fare trekking.
Autore: Giorgia Ricotti - Guida Escursionistica Ambientale
Foto e testo © Wild Trek – Avventure in cammino