
Fenomeni atmosferici bizzarri
Quando camminiamo in inverno capita spesso di imbatterci in strani fenomeni, alcuni più frequenti e conosciuti, altri più rari e meno famosi. Il paesaggio diventa un laboratorio a cielo aperto, i sentieri che conosciamo assumono forme nuove: l’erba si trasforma in cristalli scintillanti, gli alberi si vestono di bianco, le superfici diventano lisce come vetro oppure dentellate di ghiaccio scolpito dal vento.
Riconoscere i fenomeni atmosferici invernali non è solo questione di curiosità: significa imparare a leggere il meteo, comprendere i segnali della natura, camminare con consapevolezza e sicurezza. Ma vediamo insieme cosa sono le precipitazioni, quanti tipi ne esistono e cosa può succedere quando la natura decide di dare spettacolo.
Precipitazioni: cosa sono e come si formano
Le precipitazioni sono la fase finale del ciclo dell’acqua. Il procedimento è semplice e straordinario:
- L’acqua evapora da mari, fiumi, laghi, neve e terreno.
- Sale nell’atmosfera mescolandosi all’aria.
- Man mano che si raffredda, il vapore si condensa in minuscole goccioline o cristalli sospesi formando le nuvole.
- Quando diventano troppo pesanti per restare in sospensione, cadono sotto forma di precipitazione.
Le precipitazioni sono quindi il momento in cui ciò che è evaporato torna al suolo.
La temperatura dell’aria e del suolo, insieme alla presenza di correnti ascensionali, determina la forma con cui cadrà al suolo:
- Sopra 0°C → pioggia
- Tra 0 e -10°C → forme ibride come nevischio, graupel o gragnola
- Sotto -10°C → neve, cristalli complessi, brina
Quando la natura dà spettacolo
Le precipitazioni sono molto più varie della semplice distinzione “pioggia o neve”: in inverno troviamo forme intermedie, trasformazioni e fenomeni affascinanti che raccontano storie uniche di temperatura, vento, umidità e dinamiche atmosferiche invisibili.
Facciamo una carrellata dei fenomeni principali che possiamo incontrare in inverno.
Pioggia
La pioggia e le nubi si formano in diversi modi, ma sempre per effetto di una massa d’aria calda e umida che sale nell’atmosfera soprastante più fredda.
Curiosità: spesso ci immaginiamo le gocce di pioggia come lacrime o a forma di “pera” (cioè stondate in basso e a punta in cima). In realtà, le gocce di diametro inferiore a 1 mm sono rotonde, crescendo diventano simili al pane per hamburger (cioè con base piatta e parte superiore a cupola) e quelle più grandi ricordano un fagiolo, con una leggera curvatura nella parte inferiore.
Neve e nevischio
La neve si forma in modo simile alla pioggia. L’aria calda e umida sale nell’atmosfera dove la temperatura è sotto zero. Il vapore acqueo si raffredda, ma non si condensa in acqua, si trasforma per deposizione in cristalli di ghiaccio che aumentano di dimensioni fino a diventare fiocchi di neve. Quando diventano abbastanza pesanti scendono al suolo.
Il nevischio non è neve mista a pioggia. In realtà il nevischio è solo neve, l’unica differenza sta nel fatto che il nevischio è composto da granellini di ghiaccio opaco, appiattiti e di diametro inferiore a 1mm (cioè molto più piccoli di un fiocco di neve). Avviene con temperature dell’aria tra 0 e -10°C ed è simile alla pioviggine per la pioggia, cioè un preludio di una precipitazione (nevosa o piovosa) più consistente.
Curiosità: tutti i fiocchi di neve hanno 6 lati. Questo fatto è dovuto al modo in cui i microscopici cristalli di ghiaccio si uniscono tra loro. Eppure si ritiene che ogni fiocco di neve abbia una forma unica; la maggior parte ha un diametro compreso tra 0,5 e 5 mm.
Grandine
Un chicco di grandine ha inizio sotto forma di una gocciolina d’acqua in una nube che si sposta nell’atmosfera gelida; diventa ghiaccio e se raggiunge un certo peso, precipita. Ma a differenza della pioggia, l’aria in salita sotto la nuvola la spinge di nuovo verso l’alto. Altra acqua si aggrega al chicco e congela, rendendolo più grande, finché non sarà abbastanza pesante da cadere a terra. Conosciamo tutti i danni che possono fare i chicchi di grandine cadendo al suolo.
La grandine si forma esclusivamente in corrispondenza di celle temporalesche del tipo “super-cella”, quindi in presenza di intensi temporali, quando le correnti ascensionali superano di gran lunga i 100 km/h.
Brina
La brina si forma quando il vapore acqueo presente nell’aria tocca una superficie molto fredda trasformandosi in cristalli di ghiaccio.
Esistono tre tipi di brina: quella che si forma sul terreno, sugli oggetti o sugli alberi in cui le superfici hanno una temperatura sotto zero; quella che si forma quando la temperatura dell’aria scende fino allo zero o sotto; e quella formata da gocce di rugiada ghiacciata.
Gelicidio
Il gelicidio è un fenomeno che si forma quando la pioggia (che cade liquida) gela all’istante a contatto con uno strato molto freddo (sotto lo zero) d’aria appena al di sopra del suolo o al suolo stesso. Si forma così uno strato di ghiaccio sottile e trasparente, perché privo di aria, detto vetrone. Il gelicidio non deve esser confuso con la brina che si deposita lentamente per condensazione sulle superfici esterne quando, in assenza di ventilazione e con umidità relativa dell’aria molto elevata, perdono calore di notte (fino a raggiungere 0 gradi).
Galaverna
Non deve essere confusa con il gelicidio. La galaverna si verifica, con temperature inferiori a 0 gradi, quando minuscole goccioline di acqua fluttuanti nell’aria si solidificano intorno al suolo o sulla vegetazione formando un rivestimento che è però opaco (per la presenza di aria), biancastro ed assai fragile.
Calabrosa
Non deve essere confusa con il gelicidio neppure la calabrosa. E' simile alla galaverna e si forma in presenza di nebbia e vento forte (con temperature tra - 10°C e - 2°C) per questo il rivestimento gelato intorno alle superfici segue la direzione del vento stesso; si osserveranno, specialmente intorno ai tralicci di metallo ed ai fusti delle piante, delle “lame di ghiaccio” biancastre, irregolari e dentellate, larghe anche 20 centimetri.
Graupel
Se i granelli di ghiaccio hanno dimensione variabile tra 2 e 5 mm con forma sferica o conica, non si parla più di nevischio ma di graupel o “neve tonda”. Il graupel si forma quando i granelli di ghiaccio, cadendo, incontrano uno strato più caldo in cui sono presenti goccioline d’acqua sopraffusa che, al contatto con i granelli di ghiaccio in discesa, solidificano attorno al fiocco. Se l’aggregazione continua prende le sembianze di una pallina di ghiaccio soffice e tondeggiante che nel cadere rimbalza come la grandine.
La grandine è dura e rimbalza, il graupel è morbido e si sbriciola facilmente. Il graupel non è composto dai tipici fiocchi di neve soffici; è invece fatto di palline di ghiaccio opaco e friabile
Gragnola
La gragnola è un tipo di precipitazione atmosferica solida, composta da piccoli granuli di ghiaccio traslucidi e opachi, simili a palline di neve, con un diametro di circa 2-5 mm. È un fenomeno intermedio tra la neve e la grandine, e si verifica tipicamente quando masse d'aria fredda penetrano in uno strato atmosferico con temperature vicine allo zero. È formata da un nucleo di cristalli di neve avvolto da uno strato di ghiaccio liscio e traslucido. A differenza del graupel, la gragnola non è friabile e tende a non disintegrarsi al contatto, producendo un rumore caratteristico. Si forma quando i fiocchi di neve passano attraverso uno strato di atmosfera più caldo, che li fa ghiacciare nuovamente, oppure quando una goccia d'acqua si forma attorno a un fiocco di neve. Questo processo si verifica più frequentemente con temperature vicine o leggermente superiori allo zero, specialmente durante i rovesci causati dall'irruzione di aria fredda.
Eventi estremi e curiosità dal mondo
Chiudiamo con qualche curiosità sugli eventi atmosferici che sono entrati nei libri di storia.
Il fiocco di neve più grande mai registrato cadde nel Montana nel 1887: circa 38 cm di larghezza.
In Italia, uno dei peggiori episodi di gelicidio si verificò nel 2017 tra Emilia e Veneto, causando danni enormi ai boschi e alle infrastrutture.
Negli Stati Uniti, alcuni temporali formano chicchi di grandine grandi come palline da tennis o baseball.
In Giappone, Scandinavia e Islanda la galaverna è parte del paesaggio invernale e attrae fotografi da tutto il mondo.
Negli ultimi decenni, gli inverni stanno cambiando: temperature medie più alte, periodi freddi più brevi ma più estremi, fenomeni come gelicidio e grandine intensa stanno diventando più frequenti e imprevedibili. Osservarli oggi significa anche raccogliere indizi sul clima che cambia.
Pioggia, neve, brina o ghiaccio raccontano storie di temperatura, vento, umidità e cambiamento. Osservarli significa tornare ad essere parte del paesaggio, non solo spettatori.
Ma le curiosità "dal cielo" non sono finite! L'immagine qui sopra è un piccolo spoiler del prossimo articolo su altri fenomeni bizzarri che si possono osservare in cammino.
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Autore: Giorgia Ricotti - Guida Escursionistica Ambientale
Foto e testo © Wild Trek – Avventure in cammino