foglia autunnale con brina

Fenomeni atmosferici bizzarri

Quando camminiamo in inverno capita spesso di imbatterci in strani fenomeni, alcuni più frequenti e conosciuti, altri più rari e meno famosi. Il paesaggio diventa un laboratorio a cielo aperto, i sentieri che conosciamo assumono forme nuove: l’erba si trasforma in cristalli scintillanti, gli alberi si vestono di bianco, le superfici diventano lisce come vetro oppure dentellate di ghiaccio scolpito dal vento.

Riconoscere i fenomeni atmosferici invernali non è solo questione di curiosità: significa imparare a leggere il meteo, comprendere i segnali della natura, camminare con consapevolezza e sicurezza. Ma vediamo insieme cosa sono le precipitazioni, quanti tipi ne esistono e cosa può succedere quando la natura decide di dare spettacolo.

bolla di sapone con cristalli di neve all'interno in ambiente innevato

Precipitazioni: cosa sono e come si formano

Le precipitazioni sono la fase finale del ciclo dell’acqua. Il procedimento è semplice e straordinario:

  1. L’acqua evapora da mari, fiumi, laghi, neve e terreno.
  2. Sale nell’atmosfera mescolandosi all’aria.
  3. Man mano che si raffredda, il vapore si condensa in minuscole goccioline o cristalli sospesi formando le nuvole.
  4. Quando diventano troppo pesanti per restare in sospensione, cadono sotto forma di precipitazione.

Le precipitazioni sono quindi il momento in cui ciò che è evaporato torna al suolo.

La temperatura dell’aria e del suolo, insieme alla presenza di correnti ascensionali, determina la forma con cui cadrà al suolo:

  • Sopra 0°C → pioggia
  • Tra 0 e -10°C → forme ibride come nevischio, graupel o gragnola
  • Sotto -10°C → neve, cristalli complessi, brina
schema del ciclo dell'acqua, come si formano le precipitazioni

Quando la natura dà spettacolo

Le precipitazioni sono molto più varie della semplice distinzione “pioggia o neve”: in inverno troviamo forme intermedie, trasformazioni e fenomeni affascinanti che raccontano storie uniche di temperatura, vento, umidità e dinamiche atmosferiche invisibili.

Facciamo una carrellata dei fenomeni principali che possiamo incontrare in inverno.

 

Pioggia

La pioggia e le nubi si formano in diversi modi, ma sempre per effetto di una massa d’aria calda e umida che sale nell’atmosfera soprastante più fredda.

Curiosità: spesso ci immaginiamo le gocce di pioggia come lacrime o a forma di “pera” (cioè stondate in basso e a punta in cima). In realtà, le gocce di diametro inferiore a 1 mm sono rotonde, crescendo diventano simili al pane per hamburger (cioè con base piatta e parte superiore a cupola) e quelle più grandi ricordano un fagiolo, con una leggera curvatura nella parte inferiore.

pioggia che cade a terra sulle foglie

Neve e nevischio

La neve si forma in modo simile alla pioggia. L’aria calda e umida sale nell’atmosfera dove la temperatura è sotto zero. Il vapore acqueo si raffredda, ma non si condensa in acqua, si trasforma per deposizione in cristalli di ghiaccio che aumentano di dimensioni fino a diventare fiocchi di neve. Quando diventano abbastanza pesanti scendono al suolo.

Il nevischio non è neve mista a pioggia. In realtà il nevischio è solo neve, l’unica differenza sta nel fatto che il nevischio è composto da granellini di ghiaccio opaco, appiattiti e di diametro inferiore a 1mm (cioè molto più piccoli di un fiocco di neve). Avviene con temperature dell’aria tra 0 e -10°C ed è simile alla pioviggine per la pioggia, cioè un preludio di una precipitazione (nevosa o piovosa) più consistente.

Curiosità: tutti i fiocchi di neve hanno 6 lati. Questo fatto è dovuto al modo in cui i microscopici cristalli di ghiaccio si uniscono tra loro. Eppure si ritiene che ogni fiocco di neve abbia una forma unica; la maggior parte ha un diametro compreso tra 0,5 e 5 mm.

fiocco di neve al microscopio

Grandine

Un chicco di grandine ha inizio sotto forma di una gocciolina d’acqua in una nube che si sposta nell’atmosfera gelida; diventa ghiaccio e se raggiunge un certo peso, precipita. Ma a differenza della pioggia, l’aria in salita sotto la nuvola la spinge di nuovo verso l’alto. Altra acqua si aggrega al chicco e congela, rendendolo più grande, finché non sarà abbastanza pesante da cadere a terra. Conosciamo tutti i danni che possono fare i chicchi di grandine cadendo al suolo.

La grandine si forma esclusivamente in corrispondenza di celle temporalesche del tipo “super-cella”, quindi in presenza di intensi temporali, quando le correnti ascensionali superano di gran lunga i 100 km/h.

chicchi di grandine sul prato con accanto un righello

Brina

La brina si forma quando il vapore acqueo presente nell’aria tocca una superficie molto fredda trasformandosi in cristalli di ghiaccio.

Esistono tre tipi di brina: quella che si forma sul terreno, sugli oggetti o sugli alberi in cui le superfici hanno una temperatura sotto zero; quella che si forma quando la temperatura dell’aria scende fino allo zero o sotto; e quella formata da gocce di rugiada ghiacciata.

foglie secche coperte di brina

Gelicidio

Il gelicidio è un fenomeno che si forma quando la pioggia (che cade liquida) gela all’istante a contatto con uno strato molto freddo (sotto lo zero) d’aria appena al di sopra del suolo o al suolo stesso. Si forma così uno strato di ghiaccio sottile e trasparente, perché privo di aria, detto vetrone. Il gelicidio non deve esser confuso con la brina che si deposita lentamente per condensazione sulle superfici esterne quando, in assenza di ventilazione e con umidità relativa dell’aria molto elevata, perdono calore di notte (fino a raggiungere 0 gradi).

albero di ciliege con candelotti di ghiaccio a causa del gelicidio

Galaverna

Non deve essere confusa con il gelicidio. La galaverna si verifica, con temperature inferiori a 0 gradi, quando minuscole goccioline di acqua fluttuanti nell’aria si solidificano intorno al suolo o sulla vegetazione formando un rivestimento che è però opaco (per la presenza di aria), biancastro ed assai fragile.

Calabrosa

Non deve essere confusa con il gelicidio neppure la calabrosa. E' simile alla galaverna e si forma in presenza di nebbia e vento forte (con temperature tra - 10°C e - 2°C) per questo il rivestimento gelato intorno alle superfici segue la direzione del vento stesso; si osserveranno, specialmente intorno ai tralicci di metallo ed ai fusti delle piante, delle “lame di ghiaccio” biancastre, irregolari e dentellate, larghe anche 20 centimetri.

segnaletica verticale coperta da ghiaccio per il fenomeno della calabrosa

Graupel

Se i granelli di ghiaccio hanno dimensione variabile tra 2 e 5 mm con forma sferica o conica, non si parla più di nevischio ma di graupel o “neve tonda”. Il graupel si forma quando i granelli di ghiaccio, cadendo, incontrano uno strato più caldo in cui sono presenti goccioline d’acqua sopraffusa che, al contatto con i granelli di ghiaccio in discesa, solidificano attorno al fiocco. Se l’aggregazione continua prende le sembianze di una pallina di ghiaccio soffice e tondeggiante che nel cadere rimbalza come la grandine.

La grandine è dura e rimbalza, il graupel è morbido e si sbriciola facilmente. Il graupel non è composto dai tipici fiocchi di neve soffici; è invece fatto di palline di ghiaccio opaco e friabile

fenomeno del graupel sul prato

Gragnola

La gragnola è un tipo di precipitazione atmosferica solida, composta da piccoli granuli di ghiaccio traslucidi e opachi, simili a palline di neve, con un diametro di circa 2-5 mm. È un fenomeno intermedio tra la neve e la grandine, e si verifica tipicamente quando masse d'aria fredda penetrano in uno strato atmosferico con temperature vicine allo zero. È formata da un nucleo di cristalli di neve avvolto da uno strato di ghiaccio liscio e traslucido. A differenza del graupel, la gragnola non è friabile e tende a non disintegrarsi al contatto, producendo un rumore caratteristico. Si forma quando i fiocchi di neve passano attraverso uno strato di atmosfera più caldo, che li fa ghiacciare nuovamente, oppure quando una goccia d'acqua si forma attorno a un fiocco di neve. Questo processo si verifica più frequentemente con temperature vicine o leggermente superiori allo zero, specialmente durante i rovesci causati dall'irruzione di aria fredda.

chicchi di gragnola

Eventi estremi e curiosità dal mondo

Chiudiamo con qualche curiosità sugli eventi atmosferici che sono entrati nei libri di storia.

Il fiocco di neve più grande mai registrato cadde nel Montana nel 1887: circa 38 cm di larghezza.

In Italia, uno dei peggiori episodi di gelicidio si verificò nel 2017 tra Emilia e Veneto, causando danni enormi ai boschi e alle infrastrutture.

Negli Stati Uniti, alcuni temporali formano chicchi di grandine grandi come palline da tennis o baseball.

In Giappone, Scandinavia e Islanda la galaverna è parte del paesaggio invernale e attrae fotografi da tutto il mondo.

Negli ultimi decenni, gli inverni stanno cambiando: temperature medie più alte, periodi freddi più brevi ma più estremi, fenomeni come gelicidio e grandine intensa stanno diventando più frequenti e imprevedibili. Osservarli oggi significa anche raccogliere indizi sul clima che cambia.

Pioggia, neve, brina o ghiaccio raccontano storie di temperatura, vento, umidità e cambiamento. Osservarli significa tornare ad essere parte del paesaggio, non solo spettatori.

spettro di Brocken

Ma le curiosità "dal cielo" non sono finite! L'immagine qui sopra è un piccolo spoiler del prossimo articolo su altri fenomeni bizzarri che si possono osservare in cammino.

Ora che hai scoperto quali sono e come funzionano i bizzarri fenomeni atmosferici dell'inverno, puoi metterti alla prova con il nostro Quiz Fenomeni Bizzarri!Fenomeni Bizzarri! e scopri quanto conosci davvero la meteorologia!

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Per chi volesse approfondire in modo semplice e visivo meteo, clima, eventi estremi, previsioni, e molto altro: “Il libro del clima e del tempo” – Lonely Planet Kids

Autore: Giorgia Ricotti - Guida Escursionistica Ambientale

Foto e testo © Wild Trek – Avventure in cammino