
Perché in autunno le foglie cambiano colore: i segreti del foliage
Molti pensano che la stagione autunnale — quella dei colori caldi e del celebre foliage — inizi con l’Equinozio d’Autunno (21-22 settembre). In realtà, l’autunno delle piante comincia molto prima, già tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre. Camminando tra i boschi d’estate, possiamo notare che il verde brillante delle chiome si spegne, lasciando spazio a tonalità più tenui, quasi giallastre. È come se gli alberi, dopo l’intensa attività primaverile, sentissero il bisogno di rallentare.
Proprio come noi, anche loro si preparano a un periodo di riposo e rinnovamento.
Anche le piante vanno in letargo
Tutti sanno che gli animali vanno in letargo, ma forse non tutti sanno che anche le piante lo fanno.
Un orso bruno, durante l’estate, accumula grasso per affrontare l’inverno.
Gli alberi adottano una strategia simile: fanno il pieno di sole per produrre zuccheri e altre sostanze di riserva, che immagazzinano nei loro tessuti, sotto la corteccia e nelle radici. Quando i loro “serbatoi” sono pieni, smettono di accumulare e iniziano lentamente a chiudere i processi vitali.
Ecco perché già a fine agosto alcune piante - come il ciliegio selvatico o il sorbo - si tingono di rosso: hanno già fatto il pieno di energia e possono “chiudere bottega” prima delle altre.
Ogni specie segue un proprio ritmo, a seconda della capacità di immagazzinare riserve: non tutti gli alberi iniziano il letargo nello stesso momento.
Perché le foglie cambiano colore
Il cambiamento di colore delle foglie è uno dei fenomeni più affascinanti del bosco.
Quando arriva l’autunno, la clorofilla — il pigmento verde che permette la fotosintesi — smette di essere prodotta e viene scomposta. Man mano che la clorofilla si ritira verso il tronco e le radici (dove verrà riutilizzata la primavera successiva), emergono gli altri pigmenti naturali:
- i carotenoidi, che danno le sfumature gialle e arancioni;
- le antocianine, responsabili dei rossi e dei viola intensi.
In pratica, la pianta “fa il cambio dell’armadio”: mette via il costume estivo e indossa i colori caldi dell’autunno, preparandosi al riposo.
E gli alberi con le foglie colorate tutto l'anno?
Anche se può sembrare il contrario, gli alberi con foglie rosse o porpora tutto l’anno — come alcune varietà di acero giapponese (Acer palmatum ‘Atropurpureum’) o il Prunus cerasifera ‘Nigra’ — hanno la clorofilla. Semplicemente, il pigmento verde è mascherato da altri pigmenti più dominanti, in particolare le antocianine. La clorofilla continua a lavorare dietro le quinte nella fotosintesi, mentre le antocianine:
- proteggono la pianta da luce solare intensa e raggi UV
- riducono lo stress da freddo o siccità
- scoraggiano insetti ed erbivori.
Il trucco c'è, ma non si vede: la clorofilla è nascosta sotto il velo rosso delle antocianine. Un perfetto equilibrio tra bellezza e funzionalità.
Perché le foglie cadono
Sorge spontanea una domanda: se cambiare colore richiede energia, perché le foglie devono anche cadere?
La risposta è semplice: per sopravvivere al gelo e al vento.
Le latifoglie — come querce, faggi, aceri e castagni — perdono le foglie per alleggerirsi.
In inverno il loro legno resta più flessibile e le radici più stabili, evitando di essere sradicate da neve o tempeste.
Inoltre, il tappeto di foglie che si forma ai piedi degli alberi non è un rifiuto, ma una risorsa:
- protegge il suolo dal gelo
- mantiene l’umidità
- e si trasforma in nutrimento per la nuova stagione.
Anche se a noi sembra un processo “triste”, in realtà è un ciclo attivo e vitale: la pianta si rigenera mentre il bosco si prepara al futuro.
Il larice: la Cenerentola delle conifere
Tra le conifere esiste un’eccezione affascinante: il larice.
A differenza di pini e abeti, che mantengono gli aghi, il larice li perde ogni autunno dopo essersi vestito d’oro. È un comportamento unico tra le conifere, che di solito possono mantenere le foglie grazie alla forma "ad ago" e ad una sorta di “antigelo” naturale che producono.
Il larice dimostra che anche nel mondo vegetale l’evoluzione ama la diversità: riesce a unire la robustezza delle conifere con l’adattabilità delle latifoglie. Tutto per poter occupare uno spazio senza dover competere con i suoi vicini di casa.
Ogni albero ha il suo carattere
Come gli animali, anche le piante hanno un “carattere”.
Alcune, come Ontano, Frassino e Sambuco, lasciano cadere le foglie ancora verdi: sono gli “spreconi” del bosco, che vivono in terreni ricchi e possono permettersi di non riciclare i nutrienti.
Altre, come la Quercia o il Faggio, sono più prudenti e trattengono tutto ciò che possono. Il Ciliegio selvatico e il Sorbo sono invece tra i primi a colorarsi, già a fine agosto, quando i boschi si tingono di rosso e arancio.
Infine, il Larice, la nostra “Cenerentola dorata”, è l’ultimo a cedere: si veste d’oro quando tutti gli altri alberi dormono già.
L'autunno come scelta consapevole
L’autunno, per le piante, non è una resa ma una scelta consapevole: decidono di riposarsi, proteggersi e rigenerarsi. Quello che a noi appare come la fine, in realtà è l’inizio di un nuovo ciclo.
Ogni foglia che cade, ogni colore che appare, è un messaggio silenzioso della natura:
rallenta, cambia ritmo, e preparati a rinascere.
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Fonte: “La vita segreta degli alberi” – Peter Wohlleben
Autore: Giorgia Ricotti
Foto e testo © Wild Trek – Avventure in cammino